domenica 9 luglio 2017

La mia recensione di Giants & Beggars

Con questo mio primo romanzo, Giants & Beggars, ho voluto fare un primo esperimento di scrittura fondendo la mia fantasia con quella di mio padre Filippo Carini scomparso cinque anni fa. Tutto è iniziato pochi mesi fa, ma i semi erano stati piantati anni prima, anche se non avevo compreso appieno che sarebbero valsi un germoglio. Accattoni srl era stato un esperimento anche per mio padre. In origine era una vicenda tristissima che vedeva degenerare sempre più la prospettiva di salvezza dei disperati protagonisti. In seguito mio padre cercò di dare una svolta di mistero, ma soprattutto inserì sconcertanti risvolti al limite del naif. Un’altra vicenda che ha inciso sulla genesi del romanzo con dei barboni protagonisti è capitata qualche anno fa nella città dove risiedo. Un barbone, noto a tutti come Augusto, è stato ucciso da un branco senza alcun movente plausibile. Violenza gratuita e purtroppo letale in stile Arancia Meccanica. Il disgusto e la frustrazione dilagarono in quanto in una piccola città di provincia non ci si capacitava come potessero accadere cose simili. La civiltà regredisce all'età della pietra o pensare al progresso è solo un’illusione? Siamo circondati da bestie o da umani? Nel romanzo Giants & Beggars si affronta il tema della violenza nel mondo dei barboni. Se ne parla spesso anche in televisione e puntualmente, dopo l’ennesima tragedia, dopo l’ennesimo servizio giornalistico strappa lacrime, si volta pagina senza soluzioni. Anzi, spesso gli amministratori si preoccupano di liberare le proprie città da quegli straccioni che imbarazzano i turisti, ma anche i residenti. Inoltre, i crimini subiti dai barboni rimangono spesso impuniti in quanto non hanno i mezzi per difendersi davanti alla giustizia. Non è mai prioritaria l’indagine per scoprire chi ha fatto un torto a un barbone. Nel libro emerge proprio questa amara considerazione. È triste essere deboli. Giants & Beggars tocca diversi temi. In particolare si parla di credenze popolari, come l’esistenza degli alieni. L’argomento è trattato con un certo distacco e alcuni personaggi vengono descritti come fortemente influenzati dalle loro credenze sugli ufo. Le loro azioni sono spesso incomprensibili per chi non la pensa come loro. Questo capita in vari passaggi che riguardano i soci del Club delle Verità. Persino l’ispettore Smedini subisce il fascino dell’ufologia e rimane a lungo indeciso su come procedere nelle indagini. Le fonti da cui i personaggi attingono sono quelle ormai classiche delle Cronache Terrestri di Zecharia Sitchin e le ricerche e gli scritti di Corrado Malanga. Altro tema affrontato è il rapporto genitori figli in un contesto moderno dove si ricorre sempre più al sostegno psicologico di un professionista. La problematica della difficoltà della madre a interpretare il proprio ruolo giunge a livelli drammatici sia per lei che per il figlio. Anni di sedute psicanalitiche sono valse a contenere gli effetti del dramma, ma non a risolvere il problema che alla lunga tornerà prepotentemente alla ribalta. Dal punto di vista del figlio tutto ciò porterà a conseguenze negative sul suo comportamento. Conseguenze che andranno a cambiare gli equilibri precariamente mantenuti per anni.

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